La fertility-sparing surgery è una tecnica chirurgica volta a preservare la fertilità nelle pazienti con tumori ginecologici.
Il trattamento dei tumori ginecologici tradizionale può implicare sterilità permanente. La preoccupazione di non riuscire ad avere figli dopo il trattamento rimane una delle paure primarie nelle donne con diagnosi sotto i 40-45 anni, come dimostrato da un’importante ricerca.
IL TUMORE DELLA CERVICE: QUALE TERAPIA?
Nonostante una riduzione significativa dovuta all’introduzione e all’implementazione dei programmi di screening con il Pap test, il tumore della cervice uterina ha a tutt’oggi in Italia un’incidenza di circa 4000 casi per anno. Sino al 40% delle pazienti affette hanno meno di 40 anni. Il cancro della cervice è il terzo per incidenza tra i tumori in età riproduttiva dopo linfomi, leucemie e tumori alla mammella. “Siamo in attesa che la diffusione della vaccinazione per i principali ceppi oncogeni del papilloma virus umano consenta di ridurre o debellare, questa neoplasia”, dichiara il dottor Mauro Signorelli, ginecologo oncologo del team del Dottor Raspagliesi.
TERAPIA STANDARD: ASPORTAZIONE DELL’UTERO E DEI LINFONODI
Il dottor Signorelli spiega: “ad oggi il terapeuta ginecologo oncologo si pone la sfida non solo sulla possibilità di trattamento e di guarigione della paziente affetta da carcinoma della cervice uterina, ma anche sul mantenimento delle possibilità di procreazione. Il trattamento standard include l’isterectomia radicale, cioè l’asportazione del viscere uterino e dei tessuti paracervicali, associata alla linfoadenectomia pelvica, ossia l’asportazione dei linfonodi. Questo intervento garantisce una guarigione in oltre il 90-95 % delle donne con tumore allo stadio iniziale ma impedisce la ricerca di future gravidanze”.
FERTILITY-SPARING SURGERY NEL TUMORE DELLA CERVICE
Il dottor Signorelli continua: “le prime esperienze della scuola francese sul trattamento conservativo sul viscere uterino nelle pazienti affette da carcinoma della cervice uterina in età fertile risalgono a quasi 30 anni fa. Nel corso di questi anni differenti strategie si sono diffuse in tutti i paesi occidentali. L’amputazione completa del collo dell’utero con eventuale asportazione dei tessuti paracervicali (trachelectomia semplice o allargata), l’amputazione parziale della cervice uterina (conizzazione laser o chirurgica) associate ad asportazione sistematica dei linfonodi pelvici oppure a biopsia esclusivamente dei linfonodi sentinella, hanno consentito di trattare migliaia di giovani donne garantendo sia la guarigione dal tumore con la stessa efficacia del trattamento demolitivo sia una percentuale di gravidanze del 40-60%”.
IL FERTILITY-SPARING NEL PROTOCOLLO DEL REPARTO DEL DOTTOR RASPAGLIESI
“Attualmente il protocollo che utilizziamo garantisce il miglior trattamento conservativo per le pazienti affette da carcinoma della cervice uterina con diametro sino a 2 cm”, spiega il dottor Signorelli. “Questo protocollo prevede come primo step lo studio dello status linfonodale pelvico mediante linfonodo sentinella (eventualmente associato a linfoadenectomia pelvica) e successivamente, in caso di negatività istologica dei linfonodi asportati, un secondo step con conizzazione laser. Viceversa, in caso di metastasi linfonodali, il trattamento conservativo viene abbandonato e la paziente viene trattata secondo le linee guida di trattamento internazionali per non impattare sulla prognosi quod vitam. Inoltre in caso di tumori di dimensioni sino a 3 cm di diametro valutiamo la possibilità di somministrare una chemioterapia neoadiuvante al fine di ridurre le dimensioni del tumore e consentire un trattamento conservativo. Nella nostra esperienza il 70% delle pazienti che dopo il trattamento con la chirurgia fertility-sparing hanno cercato una gravidanza ha concepito e oltre il 50% ha partorito, con un rischio di aborto del secondo trimestre e di parto prematuro paragonabile alla popolazione generale e significativamente inferiore rispetto a quanto riportato dai gruppi che eseguono invece una asportazione completa e/o radicale del collo dell’utero (trachelectomia).”
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